Scritto da Erika.
01 – 02 Settembre 2016
L’autobus per Manali parte da Dharamsala alle 7, noi che vogliamo sempre arrivare ben in anticipo, decidiamo di prendere un autobus alle 5:30 da Mc Leod a Dharamsala, in modo da essere alle 6 alla fermata. Ci è stato detto che il collegamento Mc Leod – Dharamsala è attivo a partire dalle 5 e, siccome durante il giorno la frequenza è ogni mezzora, noi ingenuamente abbiamo pensato che anche al mattino fosse così. ERRORE!!!
Dopo una infame sveglia alle 4:30 ci ritroviamo, dopo aver cercato di scansare al buio gli escrementi di vacca, alla fermata di Mc Leod senza in vista nessun autobus. I tassisti ci dicono che non ci sono autobus fino alle 6, ma noi non ci fidiamo perché sappiamo che loro vogliono incentivare il loro mezzo di trasporto. Chiediamo all’omino che sta aprendo un negozietto e anche lui ci dice di aspettare le 6. Alcuni ci dicono, però, che l’autobus delle 6 non parte dall’autostazione, ma dalla piazza del paese, vicino al tempio. Altri ci dicono che questo autobus delle 6 è proprio quello per Manali.
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Scritto da Marco.
25 - 27 Agosto 2016
È finalmente arrivato il momento di lasciare Delhi per andare a scoprire nuove destinazioni di quest’India che ancora non ci ha fatto innamorare. La mia intossicazione alimentare sta migliorando: non ho più febbre e mi sento sufficientemente in forze per affrontare un viaggio; anche perché non ho la minima intenzione di passare dentro questa stanza un giorno di più.
Prendiamo il treno delle 7e20 dalla stazione di New Delhi. Neanche stamattina incontriamo i truffatori che chiedono di vedere il biglietto: peccato, ci saremmo fatti volentieri due risate alle loro spalle sapendo dove volevano andare a parare.Dopo la Sleeper Class di qualche giorno fa questa volta ci siamo concessi la carrozza con aria condizionata e colazione inclusa: che lusso! Il viaggio è molto più confortevole e anche i pasti, una piccola frittata e delle polpettine di verdura, sono commestibili.
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Scritto da Marco.
18 - 19 Agosto 2016
Non ci crediamo, non è vero, non è possibile che ce l’abbiamo fatta. Il grosso arco della dogana con la bandiera color zafferano, bianco e verde si allontana sempre di più alle nostre spalle mentre noi ci addentriamo in questo sconfinato subcontinente. La dogana appena passata è la più bizzarra di quelle passate fin’ora, con i controlli ridotti all’osso, pochissimi funzionari, zero filo spinato e neanche l’ombra di un militare. Probabilmente tra Nepal e India ci sono ottimi rapporti, quasi come tra madre e figlia. Se l’attraversamento del confine non si percepisce dalle lunghe formalità doganali è invece reso lampante dalla straripante caotica umanità che brulica appena passata la frontiera.
La botta è forte: sei sommerso di persone, di colori, di odori, di animali, di macchine, di tutto. Ecco forse la sensazione che più si prova arrivando in India è il sentirsi sommerso da tutto. Percorrendo a piedi la via che ci porta all’ufficio per il timbro di ingresso (si... è posto a 500metri dalla confine) tutto ti assale.
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