Salta - La "Hermosa" che ci incanta con il Malbec

11 - 14 Novembre 2019

Ed ecco che siamo arrivati al nostro ultimo paese Sudamericano: l’Argentina! D’ora in avanti faremo un mix di questi due paesi del sud, Cile e Argentina!
Abbiamo letto che negli ultimi 2 anni in Argentina l’inflazione è andata alle stelle, se 2 anni fa 1$ equivaleva a circa 20 pesos, adesso equivale a 60 pesos. Il paese è quindi in crisi e si vede al primo colpo d’occhio. 
Al capolinea del nostro autobus un ragazzo si mette arbitrariamente a scaricare gli zaini dal bagagliaio e per questo servizio non richiesto chiede una propina, una mancia!
Dal terminal camminiamo fino in centro dove abbiamo prenotato un ostello, ma la passeggiata non ci fa gridare al miracolo, nonostante ci dicono tutti quanto è bella Salta.

Una signora ci ferma durante il cammino per metterci in guardia sulle zanzare, che qui portano brutte malattie. Ci crediamo? E’ già l’ora in cui le zanzare di solito si fanno sentire, ma qui non se ne sentono proprio. Grazie signora, ma andiamo avanti!

Siamo affamati...e questa non è una novità. Ma stasera particolarmente, data la miseria del pranzo in autobus di oggi. Posati gli zaini in ostello cerchiamo subito un posto dove mangiare, ma prima dobbiamo prelevare perchè non abbiamo moneta argentina.
Ogni banca ha una fila di gente tremenda. La carta di Marco non funziona, proviamo la mia e ci accorgiamo che la massima cifra che si può prelevare è 4000 pesos, ovvero circa 60 euro, con una leggera commissione di quasi 10 euro, un modestissimo 15%!!! Non è possibile! Annulliamo l’operazione e proviamo con un’altra banca. Stessa storia! Questa cosa non è sostenibile. 60 euro sono più o meno il budget giornaliero, e ogni giorno dovremmo prelevare con queste commissioni alle stelle! Torniamo in ostello e facciamo qualche ricerca su internet e tutti confermano questa situazione. Altri viaggiatori consigliano di fare una trasmissione di soldi dal proprio conto a qui, in modo da avere abbastanza cash senza dover prelevare. Domani ci penseremo. Adesso dobbiamo trovare un po’ di cibo o sveniamo!!

Per cambiare proviamo ad andare in un locale con cibo mediorientale consigliato dalla Lonely Planet, ma dopo mezzora di camminata lo troviamo chiuso. Apre alle 21. Cosa???? Capiamo subito che in Argentina dobbiamo cambiare i nostri orari dei pasti!
Continuiamo a camminare cercando di non pensare al cibo (difficilissimo!!) fino a che troviamo una hamburgeria. Perfetto! Hamburger, patatine e birra gelata. Proprio quello che ci voleva. Uscendo soddisfatti, notiamo anche una gelateria che sembra sapere il fatto suo, ma la rimandiamo a domani.
Rientriamo in ostello con mille cose per la testa. Domani abbiamo un sacco di cose da mettere a posto, ma è meglio dormirci su!

Salta ci potrebbe offrire grandi cose, purtroppo però abbiamo altre cose per la testa da risolvere qui. Per iniziare dobbiamo farci la scheda SIM argentina, dobbiamo risolvere la questione dei soldi, ma soprattutto dobbiamo definitivamente portare a termine la questione computer, ad ogni costo! Avevamo detto che non avremmo più provato a portare il Mac ad aggiustare, date le pessime esperienze in Perù e Bolivia, ma qui sembra esserci un negozio con tecnici certificati Apple. Tentiamo, ma è l’ultima volta.
Andiamo al negozio e il commesso, con palesemente nulla da fare ma con aria scocciata come se stessimo interrompendo qualcosa di importante, ci dice che i tecnici lavorano dalle 6 di sera e che se vogliamo assistenza dobbiamo prendere un appuntamento nel sito di Apple. Usciamo prima di tirargli qualcosa! Le cose che ci ha detto e il suo atteggiamento ci stanno facendo desistere, ma tentiamo la sorte lo stesso, d’altronde se è certificato dalla Apple una speranza in più ce la possiamo avere. Fortunatamente riusciamo a prendere appuntamento per questa sera alle 6, però dobbiamo comunque andare avanti con il piano B: comprare un computer nuovo.
Cerchiamo su Google Maps tutti i negozi di pc ed elettronica e andiamo a passarli in rassegna tutti. Presto ci accorgiamo che il piano B è peggiore di quello che pensavamo. Per avere un pc abbastanza base dobbiamo spendere sui 600 euro e quando andiamo a leggere le recensioni di questi laptop su internet vediamo che sono delle ciofeche. Fare adesso una spesa di 600 euro per comprare un oggetto che tireremo dal finestrino in un paio di mesi non rientra molto nel nostro piano economico. Ma se non si riesce ad aggiustare il Mac non abbiamo altre alternative. Potremmo stare senza laptop, ma dovremmo rinunciare a fare il sito (che non è un dramma), ma soprattutto sarebbe un problema con il salvataggio delle foto (che facciamo sempre a centinaia!!). La testa ci fuma!
Adesso non possiamo far altro che aspettare l’appuntamento con il tecnico.

Andiamo a pranzo in una empanaderia, per provare le empanadas nel loro luogo di origine. Qui sono diverse e più buoni che negli altri paesi in cui le abbiamo provate, ma probabilmente è stato come mangiare pizza in Germania. Le empanadas argentine sembrano più piccole e sia la pasta che il ripieno sono di gran lunga più gustosi. Ci aggiungiamo una humita e il pranzo è fatto.

Empanadas
Empanadas assortite….Gnam!

 

Humitas
..e Humita

  Girare per Salta con questo mood non è eccezionale, quindi decidiamo per una siesta in ostello. Salta centro è carina, ma anche con questi giri di oggi l'abbiamo vista. Le vere attrazioni sono fuori dalla città, ma un po’ ne abbiamo viste arrivando con l’autobus, un po’ sono simili a quello che abbiamo visto nel tour in Bolivia, un po’ non vogliamo spendere per un altro tour, quindi decidiamo che va bene così. D’altronde il nostro caro Terzani dice:

  “Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare. Darsi tempo, stare seduti in una casa da tè a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro d’umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare” | dal libro “Un indovino mi disse”

E allora ci lasciamo andare e ci perdoniamo per non voler vedere tutte le attrazioni di Salta e dintorni.

Parillada
Facciamo il bucato e lo stendiamo stile “Viuzze di Napoli”

  Alle 6 in punto siamo nel negozio Apple. Un ragazzone robusto, ma con una faccia dolce, ci accoglie. L’atmosfera è decisamente diversa da questa mattina. Fortunatamente parla anche inglese quindi possiamo spiegare meglio quanto successo al pc. Prende il computer e ci dice che farà un controllo, dobbiamo solo aspettare un quarto d’ora.
Ci sediamo, incrociamo le dita ed aspettiamo! Come da copione, dopo 15 min ci dice che c’è un problema. L’hard disc è corrotto. L’hard disc nuovo che il tecnico in Perù ci aveva installato dicendo che il vecchio era rotto. Tratteniamo la rabbia. Il ragazzo ci dice però che, essendo questo mac vecchio, non hanno un hard disc da sostituire. Noi ci eravamo portati, per ogni evenienza, l’hard disc vecchio (fortuna che lo avevamo ripreso!!) e chiediamo se possono provare a vedere se quello funziona. Ovviamente le nostre speranze sono a zero, perchè quel hard disk era stato cambiato proprio perchè non funzionava.
Dopo altri 15 minuti (passati a maledire il tecnico-macellaio di Puno) il nostro omone ci dice che l’hard disc è perfettamente funzionante. (5 minuti di improperi al tipo di Puno e possiamo procedere!). A questo punto pare che debbano solo formattare l’hard disc e reinstallare il sistema operativo. Ci dicono di lasciare il pc e tornare domani sera a quest'ora. Il nostro amico Mauricio ci lascia anche il suo numero di telefono così che possiamo avere notizie durante il processo.  Usciamo dal negozio che siamo un pelo sollevati, ma decidiamo di reprimere questa sensazione e continuare a pensare che non riusciranno ad aggiustarlo. Pensiamo al peggio per essere, in caso, sorpresi dal meglio.

Lasciatoci questo alle spalle, andiamo a farci un bel gelato alla gelateria artigianale che avevamo visto ieri. E non ci delude affatto, è uguale al gelato italiano. Si sente proprio che Italia e Argentina sono molto simili come cultura, anche quella culinaria.
Facciamo ancora qualche altro giro e poi cerchiamo un posto per cena. Non abbiamo voglia di spendere tanto, ma neanche di cucinarci da soli. Un ristorante in una zona decisamente non turistica ci colpisce per le sue insegne ironiche (“Necessitamos clientes”, tanto per citarne una). Non è niente di che e il menù ha solo cose non dietetiche, ma ci rifugiamo su una milanesa e suprema di pollo. Ancora due passi ed è ora di dormire sopra a questa giornata.

Questa nuova giornata a Salta non ha che un obiettivo: arrivare alle 6 di sera e capire se il pc è stato aggiustato. Anche oggi non abbiamo molta voglia di fare giri turistici, ma ci trasciniamo comunque al Museo di Alta Montagna. La visita è tutta basata sulla cultura Inca, ma si focalizza su un particolare di cui non si parla molto: i sacrifici umani che facevano gli Inca, soprattutto di bambini. Ovviamente a noi, con la cultura e il pensiero moderno, ci inorridisce al solo pensiero, ma non dobbiamo mai dimenticare che non deteniamo la verità assoluta e ciò che a noi sembra ingiusto, in altre culture poteva non essere niente di strano. Dopo tutta una serie di spiegazioni si arriva al pezzo forte: una mummia di un bambino sacrificato che è stata ritrovata nelle montagne qua intorno. E’ impressionante come si sia conservata, ma non riusciamo a guardarla per molto!
Adesso andiamo a cercare qualcosa di non troppo grasso per pranzo e poi andiamo in ostello ad aspettare il nostro importante appuntamento di stasera. Verso pomeriggio cerchiamo di contattare Marcelo per capire come sta andando, ma riceviamo messaggi un po’ contrastanti. Sembra che la soluzione sia possibile, ma ci sono alcuni dettagli che non ci tornano. Verso le 18 andiamo direttamente in negozio e i dubbi iniziano ad aumentare. Marcelo prende tempo e ci dice che probabilmente sarà pronto per domani mattina e questo ci mette di malumore, perché è la sequenza di eventi che ci è sempre successa nei tentativi passati. 

Ovviamente non abbiamo altra scelta che aspettare, ma usciti dal negozio andiamo a fare un altro giro per negozi di elettronica per rivedere le marche di pc disponibili. Questo ci mette di nuovo di malumore perché realizziamo di nuovo quanta poca qualità ci sia nei pc a 600 euro.
Va beh, andiamo a mangiarci (e a berci) su. Stasera abbiamo deciso di andare a provare la parrillada argentina, ovvero la carne al barbecue. Il ristorante che abbiamo scelto è un po’ fuori mano, ma riusciamo ad arrivarci con l’autobus.
Sono circa le 21 ma il ristorante è vuoto, pensiamo che sia dovuto alla poca clientela in mezzo alla settimana e invece quando ce ne andiamo, 1 ora e mezzo più tardi, notiamo che è quasi tutto pieno. In Argentina mangiano veramente tardi la sera, cosa che ci aspettavamo dalla Spagna, ma non abbiamo sentito così forte.
Siamo indecisi se prendere la parrilada o una semplice parrilla di manzo, la differenza è che la prima è mista, mentre la secondo solo di filetto di manzo. Anche se vediamo nomi strani sulla prima decidiamo di buttarci. Ordiniamo anche una bottiglia di Malbec, il vino argentino. 

Malbec
Nettare degli dei!

  Siamo affamati, ma quando arriva il nostro vassoio fumante di carne alla brace ci passa immediatamente l’acquolina in bocca. Un buon 70% di carne che ci troviamo davanti sono interiora di animali, trippa reni e una salsiccia di sangue. Solo il restante è una fettina di manzo, un pezzettino di pollo e una salsiccetta. Ormai l’abbiamo presa e non ci possiamo tirare indietro, quindi ci facciamo coraggio e assaggiamo tutto, ma velocemente entrambi abbandoniamo i reni e la trippa e ci abbuffiamo (si fa per dire) sulle carni conosciute. Solo la salsiccia di sangue si rivela una sorpresa, ma la consistenza fa inorridire! Fortuna che c’è il Malbec (e che qua in Argentina esiste come da noi il cesto di pane gratis, a cui ci attacchiamo avidamente!).

Parillada
Prossima volta meno interiora!

  Usciamo dal ristorante comunque soddisfatti della serata, ma sarà perché siamo anche un po’ brilli :) Non chiedetemi perché, ma il ricordo successivo del dopo-serata siamo noi che ascoltiamo e cantiamo in autobus la hit di Ambra Angiolini quando faceva Non è la Rai. Facciamo un attimo il punto della situazione e ci guardiamo dall’esterno: a 33 anni, in Argentina, in un autobus pubblico alle 11 di sera a cantare “ti giuro amore, un amore eterno, se non è amore finirò all’inferno”. Non c’è bisogno di aggiungere altro!!
E, purtroppo per la nostra reputazione, non la finiamo qui, ma continuiamo con altre canzoni di Sanremo degli anni 90 e finiamo, mentre camminiamo verso l’ostello, con il nostro amato Masini! Forse dovremmo limitarci con il Malbec!!
Nel mezzo di tutto questo abbiamo anche fatto una svolta verso una creperia che avevamo visto ieri per dimenticarci delle budella di animali con una crepe alla nutella!

Sono 3 giorni che siamo a Salta per il cavolo di Mac, ma oggi si parte ad ogni costo, sia che funzioni sia che sia ancora morto. Facciamo colazione, una mezz’oretta di yoga (tanto per rilassarci prima di buttare dal finestrino il Mac) ed è ora di fare il check out dall’ostello.
Il nostro amico Marcelo verso le 10 ci avverte che il computer è pronto, vorremmo gioire, ma finché non vediamo non crediamo. Soprattutto vogliamo provarlo per verificare che effettivamente oltre ad accendersi sia completamente utilizzabile.
Copriamo la distanza, ormai conosciuta, tra l’ostello e il negozio Apple in pochi minuti e Marcelo ci sorride, è ottimista. Il Mac è lì acceso!! Ci chiede lui per primo se vogliamo provarlo e accettiamo. Facciamo un paio di prove e sembra quasi meglio di prima. Non possiamo crederci!!! Ringraziamo Marcelo, lo vorremmo quasi baciare! Finalmente l’epopea è finita e abbiamo anche evitato una spesa inutile di 600 euro.
Il nostro autobus è alle 6 di sera, ma abbiamo già deciso di passare la giornata in ostello per rimettere in sesto tutti i programmi del Mac, ma soprattutto per cercare di metterci in pari con tutte le cose lasciate indietro.
Mentre Marco aggeggia con il pc, io vado a fare spesa per un'insalatona. E così passiamo il nostro tempo fino alle 17: scriviamo, mettiamo a posto foto, faccio il quadernino ricordo e bestemmiamo contro una tipa che sta tutto il pomeriggio, TUTTO, a chiamare parenti, amici, cani e gatti per raccontare del suo emozionante viaggio strillando come un’aquila (ovviamente dicendo a tutti le stesse cose!!).
Si fa ora di andare al terminal degli autobus per questo enormemente lungo viaggio verso Cordoba...15 ore! Per sicurezza mangiamo qualcosa prima di partire anche se è presto, anche se di solito danno almeno un paninetto in autobus. E facciamo bene, perché stavolta ci danno solo un banalissimo e piccolissimo dolcetto verso le 21.

 

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