El Calafate – Il ghiacciaio si scioglie

07 – 09 Dicembre 2019

Arriviamo a El Calafate appena dopo pranzo. La stazione degli autobus è lontano dal centro una ventina di minuti e, visto che la principale attrazione di qui è il ghiacciaio che si raggiunge in bus, vorremmo trovare un ostello vicino a qui.
Mando Erika in esplorazione mentre io sto di guardia agli zaini pesanti. Torna dopo una ventina di minuti con una espressione di sconfitta ma in realtà è riuscita a trovare una buona soluzione. Stanza privata con bagno in camera e uso della cucina, anche se limitato al solo riscaldare alcune cose al microonde. Ce lo faremo bastare.

Lasciamo gli zaini e andiamo verso il centro. Nella strada dopo la stazione un vento terribile ci spinge in direzione contraria a dove vogliamo andare. Nelle raffiche più forti è quasi impossibile avanzare e ci fermiamo ridendo. Il famoso vento patagonico all’opera. Lasciamo i panni sporchi in lavanderia, facciamo spesa, paghiamo la stanza al ristorante dove lavora la proprietaria e poi ci sediamo al sole sulla terrazza di un pub a berci una birra.

El Calafate
Che coppia!

La via principale del paese è molto carina anche se turistica. Ci sono molti ristoranti, locali, agenzie e negozi. Molto più viva e piacevole di qualsiasi cittadina cilena. Ci godiamo questa maggiore “europeità” anche se il vento ogni tanto ci ricorda di essere in Patagonia.
Tornando verso l’ostello vengo attratto dall’asado di agnello cotto attorno al fuoco sulla croce di ferro che si vede su ogni vetrina di ogni ristorante della via principale. Dico alla mia mogliettina (oddio non l’avevo mai chiamata così prima nel blog :O) che voglio assolutamente andare a mangiare l’asado patagonico prima di tornare in Cile dopodomani. Lei, che è sempre attenta alle mie richieste, mi dice che mi ci porta domani. Yuppie!!
Prima di rientrare compriamo anche il biglietto per il ghiacciaio domani pomeriggio. Per cena stasera ci mangiamo delle verdure al microonde e una mozzarella che sembra quasi vera (grazie Argentina!).

La mattina seguente siamo in completo relax. Vogliamo un po’ riposarci dalla salita al Fitz Roy e il fatto che il centro sia lontano ci dà la scusa per non mettere neanche il naso fuori dalla porta se non per fare colazione.
Dopo un pranzo veloce siamo pronti per partire. Il tempo non è dei migliori ma il ghiacciaio si vedrà ugualmente. Ci mettiamo un’ora e mezza per arrivare e nel tragitto scegliamo il ristorante per l’asado di stasera. L’autobus ripartirà alle 7e30. Ci chiediamo che diavolo faremo per più di 4 ore qui. Prima di entrare ci informano che le passerelle si estendono per una lunghezza di circa 3 km. Dovremo quindi farle molto, molto lentamente. Appena imbocchiamo il sentiero e giriamo attorno al grande ristorante con vista lago, ci accorgiamo però che non ci stancheremo troppo rapidamente di quello che abbiamo di fronte.

El Calafate
Mai immaginato un ghiacciaio così

Un grande lago si estende alla nostra destra con enormi pezzi di ghiaccio galleggianti. Alla sinistra, invece, una imponente parete di ghiaccio alta cinquanta metri si estende per almeno due chilometri prima di sparire dietro alla curva della baia dove ci troviamo. Poi leggeremo che il fronte del ghiaccio ha una lunghezza totale di cinque chilometri.

El Calafate
Il fronte di ghiaccio

Il ghiacciaio sorprendentemente non è solo bianco. Nei tratti dove ci sono stati recenti crolli, e quindi non è ricoperto da nevischio, è di un blu intenso.

El Calafate
Blu intenso

Passeggiamo tranquilli per arrivare alla prima terrazza di osservazione. Quando siamo quasi per arrivare, ma ancora su una scalinata che non ci permette di vedere il ghiacciaio, sentiamo un tonfo e poi uno splash fortissimi. Ci guardiamo e subito capiamo che c’è stato un crollo probabilmente spettacolare lungo la parete e ce lo siamo persi per pochissimo! Erika aveva letto che era più probabile vedere i crolli nel pomeriggio e per questo siamo venuti dopo pranzo.
Arriviamo alla terrazza panoramica e ci mettiamo con la santa pazienza e le macchine fotografiche pronte ad aspettare la prossima frana di ghiaccio.

El Calafate
Un pezzo di ghiaccio appena caduto

L’attesa è carica di tensione e gli occhi sono tutti puntati sulla parete di ghiaccio. Ogni tanto si sentono grossi tonfi provenire da sezioni del ghiacciaio nascoste. Finalmente un grosso pezzo di ghiaccio si stacca anche da una porzione proprio di fronte a noi e lo vediamo cadere in acqua. Non sappiamo perché ma vedere questi enormi massi bianchi precipitare rumorosamente in acqua e creare dei piccoli tsunami ci riempie di stupore e incredulità.

El Calafate
Nell’attesa della caduta

Nella sezione che si è aperta da questo ultimo crollo vediamo una torre di ghiaccio alta una ventina di metri e inclinata verso l’acqua. Non potrà stare in piedi per molto a lungo e ci immaginiamo una caduta spettacolare. Vogliamo vederla e siamo pronti ad aspettare a lungo.
Ci mettiamo quindi in prima posizione sulla ringhiera e fissiamo la nostra preda senza staccare gli occhi un attimo. La caduta avviene in pochi secondi e senza alcun preavviso.

El Calafate
Contrasti

Dopo mezz’ora d’attesa vogliamo passare al secondo punto di osservazione più in alto ma senza perdere l’occasione di fotografare l’evento. Facciamo quindi la staffetta così che uno dei due è sempre con la camera puntata sull’obiettivo.
L’attesa in silenzio ci permette anche di imprimere nella nostra memoria il ghiacciaio nella sua immensità e imponenza. È un paesaggio così peculiare e insolito per noi europei (un ghiacciaio in una vallata che finisce in un lago) che il solo fatto di essere qui davanti è una grande emozione.

El Calafate
Un'altra prospettiva

Dopo un’ora e mezza dall’inizio della camminata ci convinciamo che, a malincuore, dobbiamo continuare perché manca un bel po’ alla fine dei sentieri e potremmo aver voglia di fermarci da qualche altra parte. Erika non vorrebbe staccarsi da quella ringhiera; sente che qualcosa sta per succedere e mi convince ad aspettare altri 10 minuti.
Dopo poco sentiamo un gran rumore, poi una nuvola di ghiaccio si alza, la torre crolla, l’onda in mare è altissima. Siamo riusciti a immortalarla e, più importante, a vederla! È stata meno spettacolare del previsto perché non è caduta in un pezzo unico ma si è sgretolata nel processo, ma il fatto di averla cercata, aspettata e poi vista è stata una esperienza emozionante.

El Calafate
A bocca aperta!

Finalmente soddisfatti continuiamo. Il sentiero sale ulteriormente e questo ci permette di ammirare la parte superiore della distesa di ghiaccio, corrugata e solcata da miriadi di crepacci ma sorprendentemente uniforme e livellata.

El Calafate
L’immensità

Il resto della passeggiata passa dentro un bosco e poi salendo regala altre viste della parte sud del ghiacciaio.

El Calafate
Ancora una sguardo a questa meraviglia

Il tempo si fa sempre più brutto e ci avviciniamo quindi a dove ci verrà a prendere il bus.
Sorprendentemente dobbiamo aspettare solo mezz’ora. Alla fine le 4 ore di visita le abbiamo sfruttate tutte.
Arriviamo a El Calafate che sono le 9. Speriamo che anche qui al sud gli orari per la cena partano dalle 9e30 in avanti. Effettivamente quando arriviamo il locale è semivuoto. L’atmosfera è proprio come la volevamo, un po’ rustica e meno infiocchettata dei ristoranti in centro. Il fuoco arde vigoroso e intorno il Cordero Patagonico (agnello cotto al fuoco su una croce di ferro) sta cuocendo alla perfezione.

El Calafate
Cordero in cottura

Ordiniamo ovviamente una porzione di cordero e una di vacuno (manzo), il tutto annaffiato da una bottiglia di Malbec.

El Calafate
Il Malbec non può mai mancare

Tutto è eccezionale ma, volendo fare una classifica, le costolette di agnello sono al top, poi le bistecchine di agnello in seconda posizione e il manzo, non il migliore che abbiamo mangiato, al terzo. Siamo molto soddisfatti della cena e di aver finalmente provato un asado con i fiocchi. Prima di tornare in Italia dovremo assolutamente bissare.

El Calafate
Cena rustica ma ottima

Torniamo a casa a piedi anche per digerire le abbondanti porzioni e poi ci infiliamo nel letto.

La mattina seguente la sveglia suona molto presto. Abbiamo l’autobus per Puerto Natales alle 7e30, verso l’ultimo dei grandi must-have di questo viaggio: Torres del Paine in Cile!

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