Iguazu Falls – La settima meraviglia del mondo...di corsa

04 - 06 Gennaio 2020

Atterriamo all'aeroporto di Iguazu che è notte fonda. Fortunatamente il paese è abbastanza turistico e ci sono diverse opzioni per raggiungere il nostro ostello. Prendiamo la più economica, ovvero un minibus che fa servizio tipo taxi, lasciandoti alla porta dell’alloggio. Ovviamente siamo gli ultimi a scendere e questo ci toglie un’altra mezz’ora di sonno.
Fa un caldo umido e appiccicoso e la stanza è una delle peggiori tra quelle in cui abbiamo dormito in questo viaggio. Ma di meglio non si trovava a questo prezzo. Ci buttiamo sul letto e dopo poco dobbiamo spegnere l’aria condizionata a causa del rumore infernale del compressore. La finestra non si può aprire a causa delle zanzare e ci rassegniamo quindi ad una caldissima nottata.

La mattina seguente usciamo presto e andiamo a cercare un posto dove fare colazione. La città è deserta e troviamo solo un paio di bar aperti. Il primo ci dice che non serve la colazione (cosa stai aperto a fare allora?) mentre il secondo ci fa accomodare anche se ci dice che i croissant stanno per arrivare. Dopo 10 minuti arriva quello che è il marito della signora con una busta di carta in mano con la nostra colazione appena presa dal forno. Servizio speciale a quanto pare! La sorpresa è anche che non sono semplici croissant ma un paio di pastarelle a testa stile italiano. Buonissime!
Prendiamo poi il bus per le cascate nel lato argentino. Il tragitto non è molto lungo ma l’aria condizionata ci fa respirare un poco. Facciamo i biglietti velocemente e ci dirigiamo subito alla partenza dei sentieri. Nei primi cinquecento metri, passando sopra un ponticello a pelo d’acqua, vediamo diverse persone fare foto. Sporgendoci dalla ringhiera vediamo un piccolo alligatore prendere placidamente il sole nell’acqua. Erika scappa subito strillando, io cerco di capire se è vero o finto. Quando vedo la palpebra chiudersi e riaprirsi decido che preferisco essere il più lontano possibile anche io da qui.

Iguazu Falls
Nessuna barriera ci separa da lui!!!

Ci incamminiamo quindi sul circuito superiore delle cascate. Su questo le terrazze sono tutte sui cigli dei salti d’acqua, il che è bello ma non così tanto da lasciarci a bocca aperta.

Iguazu Falls
Cascate in sequenza

 

Iguazu Falls
Non ci facciamo mancare i selfie

Ci iniziamo a chiedere se queste cascate siano veramente la settima meraviglia del mondo come dicono qui. In aggiunta, la quantità di gente sui sentieri oggi è veramente irritante. Si fa fatica a passare e ogni terrazza è invasa di persone a farsi selfie. Non proprio una esperienza rilassante.
Finito il circuito superiore ci immettiamo su quello inferiore dopo un pasto frugale prima dell’ora di pranzo canonica per evitare la folla.

Iguazu Falls
Ma questo animaletto dolciotto cosa è??

 

Iguazu Falls
Colori incredibili

Questa passeggiata si rivela molto più spettacolare e vedere le cascate dal basso, circondate da una vegetazione verdissima, ci da quelle emozioni che ci aspettavamo di provare. 

Iguazu Falls
Adesso si comincia a ragionare

 

Iguazu Falls
Anteprima dello spettacolo finale

 

Iguazu Falls
E’dura trovare uno spazietto libero

Visto che non è troppo tardi decidiamo di prendere anche il trenino che ci porterà al sentiero per la Garganta del Diablo, apparentemente le più spettacolari del lotto.

Iguazu Falls
Il trenino

Il caldo è ancora asfissiante e ci tiriamo su con delle spremute di arancia con extra ghiaccio. La passeggiata è quasi tutta al sole ma è sospesa sopra il larghissimo fiume che genera le cascate. L’ambiente che quest’acqua che scorre lenta tra la vegetazione, le rocce e le isolette crea è molto particolare e suggestivo. Quando poi arriviamo alla terrazza direttamente sopra il gigantesco anfiteatro di spuma, capiamo tutto l'entusiasmo attorno a queste cascate. Rimaniamo veramente a bocca aperta.

Iguazu Falls
La potenza della natura!!

 

Iguazu Falls
Ci siamo solo noi!

Ora veramente soddisfatti riprendiamo la strada dell’uscita. Dopo una buona serie di trenino, camminata e autobus ritorniamo in camera, mantenuta al fresco dall’aria condizionata. Ci facciamo una doccia e un piccolo riposino e poi usciamo di nuovo a cena. Imbocchiamo la via dei ristoranti ma ci sembrano tutti troppo chic per quello di cui abbiamo voglia oggi. Fortunatamente, continuando a camminare, finiamo nella via dei baracchini con sedie e tavoli di plastica sulla strada. Selezioniamo quello che ci piace di più facendoci convincere dalla scritta “El rey de la Picanha! ”, un taglio particolare di carne brasiliana.

Iguazu Falls
Vai con la picanha

Ci divoriamo questa picanha velocemente leccandoci i baffi e poi, con una lunga passeggiata, rientriamo in camera.

La mattina successiva, nonostante dobbiamo attraversare un confine, entrare nel parco, camminare fino alle cascate nel lato brasiliano, tornare indietro per lo stesso percorso in argentina e poi prendere un aereo alle 8, decidiamo di prendercela comoda. Alle 10e30 siamo alla stazione degli autobus di Iguazu dopo aver fatto colazione dal nostro amico di ieri, che anche oggi ci è andato palesemente a comperare le paste solo per noi. Alla stazione non ci sono autobus che partono subito e dobbiamo aspettare le 11. Le formalità doganali poi sono abbastanza brevi, ma quando arriviamo al parco delle cascate lato brasiliano, la fila sembra quella del Katoon a Mirabilandia il 15 d’agosto. Iniziamo ad averci paura che non ce la faremo. Ora sono le 1 e ci diamo come obiettivo di prendere il bus per tornare in argentina alle 3. Mission impossible.
La fila scorre lentissima ma alla fine saliamo sul bus sempre più preoccupati. Alle 2 scendiamo all’inizio del sentiero e iniziamo letteralmente a correre. Il sentiero costeggia il fiume dirigendosi verso la Garganta del Diablo. I panorami sono anche più belli che dalla parte argentina ma noi siamo dovuti essere stronzi e quindi ora ci tocca correre. Sembriamo degli attori in un film comico: corriamo, saltiamo persone, schiviamo passeggini, arriviamo sulle terrazze panoramiche con le macchine fotografiche già pronte, scattiamo due foto e ripartiamo a razzo. Anche l’ultima terrazza, la più bella di questi due giorni probabilmente, la dobbiamo fare piuttosto velocemente.

Iguazu Falls
Un veloce scatto a questa meraviglia

Riusciamo comunque a imprimerci nella memoria non solo lo strepitoso salto d’acqua a forma di teatro, la garganta appunto, ma anche la cascata e la relativa piscina dove la terrazza poggia.
Schizziamo via dopo un selfie strappato di corsa e saliamo le scale su fino alla strada per non fare la fila dell’ascensore. Arriviamo alla fermata del bus per l’ingresso del parco alle 2e40. Record mondiale di percorrenza e di stronzaggine. Non riusciamo a prendere il primo autobus e con il secondo arriviamo all’entrata del parco alle 15e04. Per una volta che i sudamericani non dovevano essere precisi con gli orari hanno spaccato il secondo e del nostro autobus per l’Argentina non c’è traccia.
Ci mettiamo ad aspettare quello delle 4 e intanto mangiamo un boccone che nel frattempo non abbiamo neanche pranzato. Come arriva il bus ci saltiamo sopra e prendiamo i primi posti. Fortunatamente al confine non c’è di nuovo nessuno e alle 5 siamo a Iguazu. Andiamo a recuperare le borse e poi prendiamo un taxi per l’aeroporto.
Il nostro fioretto per il nuovo anno era che dovevamo organizzare un po’ meno tutto alla perfezione e lasciarci un po’ andare. Ecco, magari il giorno con due dogane e un aereo da prendere non è il momento giusto per sperimentare la poca organizzazione!

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